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Con grande soddisfazione annunciamo che siamo stati chiamati a portare la nostra esperienza sul processo H-BIM all’ Università Sapienza di Roma al Master in Diritto e nuove tecnologie per la valorizzazione dei beni culturali.

La tutela e la valorizzazione dei beni culturali deve certamente passare anche attraverso un processo H-BIM che preveda la realizzazione di modelli tridimensionali intelligenti, che racchiudano al loro interno tutte le informazioni sul “presente” del bene ma soprattutto sul “passato” dell’opera.

L’Archeologia virtuale impegnata a ricercare e sviluppare la visualizzazione grafica computer-based per la gestione integrale del patrimonio archeologico ha colto le potenzialità del BIM  che consente di  interagire con il modello tridimensionale della ricostruzione grafica. Il BIM impiegato per la descrizione di edifici urbani di nuova costruzione si è messo in gioco anche per l’architettura storica, per la sua rappresentazione 3D, per la raccolta di dati di analisi in vista di interventi di restauro e di valorizzazione.   

Ancient Pantheon in Rome at cloudy sunrise, Italy

L’approccio BIM all’architettura moderna e all’architettura storica è differente: il BIM offre all’architettura moderna la possibilità di vedere costruito un edificio prima della sua realizzazione fisica per anticipare e risolvere criticità che influirebbero sul cantiere in termini di tempi e costi. L’H-BIM invece permette una conoscenza storica, geometrica e materica approfondita dell’edificio di valore storico, artistico ed architettonico, che è condizione imprescindibile per progetti di recupero di qualità.   

In grandi banche dati vengono immessi dati identificativi, morfologici, costruttivi, relativi ad ogni oggetto, parte o elemento rappresentato nella scena, dati più generali del contesto archeologico, del sito archeologico dove sono stati effettuati gli scavi. Metodi di rilievo ad alta definizione permettono di generare nuvole di punti che evidenziano misure e volumetria; l’elaborazione del software dà la mesh o tessitura cioè la definizione di superfici che compongono il modello 3D vero e proprio.      

 A questo punto a partire dalla superficie tridimensionale costituita dalla tessitura, che raffigura l’opera rilevata, si ha la creazione del modello 3D parametrico. Le sperimentazioni del sistema hanno evidenziato tuttavia che molte famiglie e caratteristiche dell’oggetto edilizio che il software applica di default essendo pensate esclusivamente per l’edilizia moderna e contemporanea non sono utili alla descrizione di architetture storiche. Pertanto la mancanza di simmetria e regolarità, la singolarità degli elementi costruttivi antichi confliggono con la linearità, regolarità e standardizzazione degli oggetti delle librerie di default del software.   Potremmo pensare di arricchire i software di nuove famiglie che rispecchino l’oggetto archeologico e le sue caratteristiche.

L’applicazione dell’approccio BIM agli edifici di valenza storica, monumentale e architettonica costituisce una sfida interessante per la loro conservazione.